Le Reliquie sono partite dal Santuario di Santa Maria della Consolazione alla volta di Accadia
Il giorno 15 Maggio presso il Santuario della Consolazione di Deliceto la Parrocchia San Rocco, la Comunità Mariana Oasi della Pace tramite il Centro di Storia Tannoja e il Comune di Deliceto hanno organizzato una Cerimonia in occasione della partenza delle Reliquie del Beato Lucci, Vescovo di Bovino dal 1729 al 1752.In particolare si è svolto un incontro di preghiera animato da P. Hananias Klaban della Comunità Mariana Oasi della Pace ed un Invocazione al Beato Lucci a cura del Vicario di zona Reverendo don Faustino Marseglia. Nel corso della Cerimonia ci si è rivolti al Beato chiedendo la sua intercessione, in particolar modo per i malati.Alla cerimonia era presente un’esigua rappresentanza di fedeli Delicetani, le autorità civili e i confratelli della Confraternità di S. Anna e Morti di Deliceto.Subito dopo le Reliquie sono state portate in Processione verso la Chiesetta dell’Olmitello dove sono state consegnate dal Vicario Don Faustino Marseglia a Don Franco De Paolis che guidava una rappresentanza di fedeli della vicina Accadia.Il Rev. Don Faustino Marseglia nella Chiesa dell’Olmitello ha ricordato il legame del Beato con Sant’Alfonso e ciò che fece per la Consolazione, mentre il Sindaco di Deliceto Benvenuto Nigro ha espresso soddisfazione per la Peregrinatio ed ha salutato il B. Lucci a nome del popolo Delicetano. Padre Hananias Klaban Il Vicario Don Faustino ha poi voluto accompagnare le Reliquie ad Accadia, giunti in paese ci si è fermati innanzi alla statua di San Pio, nel largo adiacente il Palazzo Comunale.Da qui le Reliquie sono state portate in processione, guidata dal Reverendo Don Faustino e da Don Franco, verso la Chiesa alla presenza di numerosi fedeli.In chiesa il Vicario di zona ha illustrato ai fedeli la figura e l’azione pastorale del Beato Vescovo Lucci, ribadendo la sua volontà di seguire direttamente la Peregrinatio. E’ seguita la celebrazione religiosa accompagnata dal coro dei giovani.
Monsignor Lucci ed AccadiaLa Chiesa di Accadia all’epoca del buon Vescovo era retta da un Arciprete e da 15 Sacerdoti, ciò determinava un rapporto di un ecclesiastico ogni 100 abitanti, realtà assai distante da quella odierna.Vi erano 3 Confraternite e un Ospedale, Monsignor Lucci si adoperò per la riapertura del Convento dei Frati Minori conventuali e per l’istituzione della Confraternita dei Morti.In occasione della redazione del Catasto Onciario di Accadia mons. Lucci si distinse per la solerzia e puntualità con cui adempì ai suoi doveri, infatti nominò il sacerdote Don Marco Antonio Maulucci e il Rev. Fr. Olimpio de Jorio, ottenendo di far abolire la gabella ai poveri di Accadia, contrastando in maniera decisa gli interessi dei ricchi e dei benestanti.Nel 1742 dovette intervenire energicamente per impedire ai governanti e ad alcuni laici di Accadia di insinuarsi nell’amministrazione di alcune cappelle della Diocesi.L’amore che nutriva il B. Lucci per i poveri lo portò ad aiutare, tra gli altri, un poveretto di Accadia che aveva perso tutto nell’incendio della sua casa; gli fece dono di danaro, grano, lenzuola, materasso, coperta e vestiti per tutta la famiglia e come se non bastasse si privò anche della veste da camera che indossava.Ma anche Accadia fù vicina al Santo Vescovo, infatti in occasione di una diatriba con il clero Delicetano i governanti di Accadia inviarono alla S. Congregazione questa supplica “…ben conoscono [i governanti] e sanno che tutto ciò si è fatto dai detti preti …, iniquamente … per aderire solamente alle persuasive fatte da alcune persone prepotenti che pubblicamente conservano un grand’astio e livore contro il Santo Prelato, non da altro fine, se non perché egli segue i limiti della giustizia senza veruna dipendenza e rispetto umano della’anzidette prepotenze, tuttavia dimostrando la Santità dei suoi costumi, la giustizia nel governare e quello che più lo dimostra ammirabile la notoria Carità e paterno amore incessantemente verso tutt’i suoi diocesani ed esteri, per le quali sì rare virtù e qualità che lo rendono venerabile e decoroso per tutto il cennato Regno di Napoli, si rende egli affatto incapace anche di pensiaro a tali esecranti misfatti, i quali veramente si commisero da persone inique ed infangate nel vino in una rissa che all’improvviso tra loro sortì …”. Ecco quindi quale considerazione nutriva il popolo di Accadia nei riguardi del Beato Lucci e pertanto conclude richiedendo che “conoscendosi l’impostura, siano castigati detti preti impostori a misura del loro delitto, e restituita quella stima ed onore che con tanta sfacciataggine hanno tentato levare al detto loro buonissimo ed innocentissimo Prelato …”.
Anche in occasione della stesura del suo testamento si ricordò di Accadia infatti si preoccupò di lasciare precise disposizioni a garanzia dei suoi creditori, erano diversi a causa delle sue molteplici iniziative caritatevoli, tra questi troviamo annoverati il rev. Don Biagio Dentice per 50 ducati, il Clero per 30 ducati e don Antonio Francesco Masielli creditore di 225 ducati.Il Beato Vescovo ricevette un grande attestato di stima e di fraterna amicizia proprio da Sant’Alfonso Maria de’Liguori in quegli anni in cui lo stesso deplorava “l’indolenza di tanti Vescovi, che, godendo dei beni della Chiesa, non si facevano carico dei propri doveri”, tale era la stima che chiese ai suoi confratelli di testimoniare nei processi di Canonizzazione del Lucci. Questa Peregrinatio, la cui prossima tappa sarà il Santuario di Valleverde a Bovino, offre l’opportunità anche alla Comunità di Accadia di chiedere l’intercessione del Beato, contemporaneamente permette a tutti noi di riscoprire l’operato del Santo Vescovo che resse la Diocesi di Bovino costantemente animato da un’esemplare spirito di carità. Vincenzo MAZZEICentro di Storia Tannoja Fonti: V. Maulucci – Il Governo pastorale del Venerabile Antonio Lucci … Roma 1989 P. A. Pompei – Il Beato Antonio Lucci …” Padova 1989
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