Padre Pio e Deliceto: Affinità elettive

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pianeta-di-padre-pio.jpgChe mai possano avere in comune il frate con le stimmate, cresciuto in santità nell’assolata cittadina garganica ed esposto in questi giorni alla venerazione dei fedeli e il silente paese tra le verdi colline della Daunia-Irpinia, molti potrebbero chiederselo, senza darsi una risposta convincente. Eppure non possono essere coincidenze, quelle che legano Padre Pio a Deliceto. Le persone cardine e simbolo nella vita di Padre Pio erano tutte legate a Deliceto e Deliceto custodisce le importanti testimonianze della vita del frate.Superiore del convento di S. Giovanni Rotondo è stato Padre Gerardo di Flumeri, di Deliceto, che tenne sotto di sé padre Pio quando già andavano diffondendosi i segni della santità in vita. E quando Padre Pio ebbe bisogno di un attendente, per le numerose incombenze e per la fama che cominciava a circondarlo, gli fu affidato fratello Gerardo Natale, di Deliceto, il quale provvide con cura alla sua assistenza nello stile della semplicità che contraddistingue i frati di Francesco. Dopo la morte di Padre Pio la causa di canonizzazione fu affidata, quale vicepostulatore, proprio a Padre Gerardo di Flumeri, che ebbe il peso e la gratificazione di condurlo alla gloria degli altari. Così, venuto a mancare anche Padre Gerardo, un concittadino di Deliceto, l’avv. Nicola Buonuomo residente Milano, da sempre legato a Deliceto e devoto a S. Gerardo, commissionò al maestro Baldessari un gruppo scultoreo. L’opera, davvero esemplare e significativa, raffigura Padre Pio in tenera espressione affiancato da Padre Gerardo Di Flumeri e da fra Gerardo Natale che gli sono accanto con la sollecitudine che mostrarono in vita. Essa contiene delle preziose reliquie del sangue di Padre Pio, incastonate nelle stimmate delle mani. Altre reliquie sono conservate nell’attiguo museo. Il gruppo scultoreo e il museo sono nella Chiesa di S. Anna e Morti a Deliceto, la stessa chiesa in cui è venerato S. Gerardo Maiella di cui gli “angeli di Padre Pio” portavano il nome.Per far diventare santo padre Pio ci volle l’ultimo miracolo, quello che

la Chiesa chiede affinché venga incontrovertibilmente dichiarata la santità. Venne, com’è noto, da un ragazzo, Matteo, guarito da una gravissima forma di complicazioni da meningite. Anche Matteo è legato a Deliceto. La famiglia della madre, Ippolito, è delicetana ed il nonno di Matteo, agricoltore, emigrò da Deliceto.Ma nell’agosto del 2002 i frati di S. Giovanni Rotondo, forse proprio come tributo all’opera prestata da Padre Gerardo di Flumeri, vollero regalare alla cittadina di Deliceto le prime reliquie di Padre Pio, forse tra le poche provenienti da S. Giovanni Rotondo: una splendida casula ricamata, usata da Padre Pio per celebrare

la Messa e la pezzuolina intrisa di sangue con cui si asciugava le stimmate delle mani. L’autenticità fu certificata proprio da Padre Gerardo Di Flumeri, coi sigilli del Santuario.Il reliquiario è conservato nella Chiesa Madre Collegiata di Deliceto. Quante reliquie, per un paese così piccolo e quanto importanti… Troppe coincidenze. Anche perché quest’ultima teca-reliquiario è stata posta, chiaramente senza volerlo, sotto una delle due cappelle simmetriche dell’altare maggiore. Quelle cappelle racchiudono la Madonna dell’Olmitello e il Cuore di Gesù, le statue che vengono portate in processione durante la festa patronale maggiore di Deliceto. Festa che si celebra il 22 e 23 settembre, giorni dell’agonia e della morte di Padre Pio, nonché, il 23, giorno della sua festa e festa della consacrazione della stessa Chiesa Madre in cui è conservata la reliquia. Coincidenze? Troppe, per dirsi tali. O forse, semplicemente, Padre Pio si sente ormai a casa, a Deliceto.Gennaro Iossa

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