Salviamo il ponte romano

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ponte-oggi1.jpg SANT’AGATA – L’Associazione Santagatesi nel mondo è tornata a denunciare, questa volta con una lettera al Ministro dei Beni Culturali Bondi, lo stato di totale abbandono in cui versa il Ponte Romano sito nell’agro di Sant’Agata. In passato sono caduti nel vuoto gli appelli che l’associazione ha già sollevato, a cominciare dal 2007. A quel tempo, l’antico Ponte Romano, sebbene abbandonato, era quasi tutto intero, ma con le intemperie e la mancata manutenzione nel corso degli anni si è ridotto quasi a un cumulo di macerie, così l’associazione ha deciso di promuovere una campagna di sensibilizzazione per la sua ricostruzione, facendo stampare delle cartoline, distribuite gratuitamente e inviate al Ministero suddetto, con la speranza di un intervento tempestivo che scongiuri il pericolo di un crollo.Il Ponte ha tre luci, è lungo 211 metri ed alto 11, fu costruito per superare il fiume Calaggio: centro di convergenza e di strade per diramazione di Eclano, Benevento, Equo Tutico, Ordona e Venosa, costituì un punto di passaggio che metteva in comunicazione l’Irpinia,

la Lucania e la Daunia. Fu, quindi, passaggio obbligato di varie strade tra cui la famosa via di Orazio, l’Herdonia e l’Herculea; oggi non ha più la funzione originaria poiché il Calaggio ha deviato il suo letto. Si narra che fu attraversato da Pirro che ad Ausculum, a pochi chilometri di distanza, vinse la famosa battaglia contro i Romani. Questo ponte viene chiamato anche Oraziano, perché spesso, intorno al 28 a.C., il poeta latino Orazio lo attraversava per recarsi nella sua Venosa, e con lui tanti amici: Mecenate, Cocceio, Fronteo, Virgilio. Paolo Carmine Pacella

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