COMUNICATO
La necropoli dauna di Pietra Caduta e il naturalistico paesaggio della Bassa Murgia
Esiste un luogo nella Canosa moderna che conserva ancora il fascino di un immutato antico, quasi come se si attenda un vero e proprio ritorno al passato. Immutato l’ondeggiare morbido del grano ancora verde, i fiori spontanei, i papaveri della Murgia Bassa, in una sinfonia di profumi, odori e anche sapori … sapori delle mandorle dolci, di questa stagione ancora fresche, appese ai mandorli centenari, veri monumenti e testimoni anch’essi dell’avvicendarsi dell’uomo.
Siamo a Pietra Caduta, una località situata poco al di là di via della Murgetta e dell’incantevole sito di San Pietro; siamo nella cornice naturalistica ed antropizzata, dove ogni anno si svolge il Presepe Vivente; siamo, lungo l’antica viabilità interna che collegava Canosa a Cefalicchio, ai pascoli verso Venosa e quindi, di riflesso, all’Appia.
Nell’immutato scenario naturalistico, la Fondazione Archeologica Canosina Onlus, in occasione della Settimana della Cultura in Puglia Imperiale, ha avviato e completato una prima parte di recuperi di quello che può ben definirsi come uno dei più intatti sepolcreti della cultura dauno canosina, meglio conservati nel contesto della città.
Dall’11 al 19 maggio 2013, seguendo l’orario del call center 9.00-13.00/15.00-19.00, il visitatore potrà immergersi nello splendore di un luogo senza tempo, dove la natura domina ancora incontrastata l’umano desiderio di immortalità, disegnato nella calcarenite, nelle piccole tombe a grotticella, nelle cave a cielo aperto del XIX secolo.
Una visita didattica, fatta di novità,di recenti acquisizioni sulla cultura dauna, sul modo di scavare le tombe, sul modo di sfruttare al meglio la Natura, adattandosi e non alterando la geomorfologia del territorio.
Piccoli vialetti nella roccia che raccordano centinaia di piccoli antri nel terreno, composti a loro volta da camere a botte e preceduti da poche, ma curiose scalette.
Di fronte al sepolcreto, l’Acropoli; una collina che ancora oggi rivela il suo fascino millenario, ricordando i bussolotti di ungarettiana memoria e dominati da torri poderose e, oggi, inoffensive. Una occasione esclusiva; un tentativo di nuovo Grand Tour, reso possibile grazie agli accordi di gestione, siglati il 24 marzo 2012 tra la Fondazione Archeologica Canosina Onlus e Don Saverio Memeo (parroco della Chiesa del Rosale). Il protocollo di gestione e di valorizzazione dell’area, fu curato dall’avvocato Aldo Saracino, in cui si specificava che la Fondazione avrebbe dovuto curare il sito, rendendolo fruibile con un percorso di visita.
Dalla Settimana della Cultura del 2013 (con presidio nei giorni della Settimana della Cultura e a call center nei giorni successivi), dopo importanti lavori di riqualificazione e di pulizia, il sito viene presentato in via assolutamente inedita, offrendo una vera e propria occasione di immersione nel passato e da allora inserito nel percorso ufficiale delle visite guidate nella Canosa greca.
Un invito a visitare e a conoscere uno scorcio nuovo di Canosa, sempre ricca di occasioni rare e imperdibili.
Canosa
Dove vivere la Storia è una esperienza sempre inedita!
Sandro Giuseppe Sardella