Foto: Palazzo Galderisi, oggi sede del Comune.
Foto: Stemma di Galderisi.
Monsignor Antonio Galderisi, il Vescovo che amava dimorare a Deliceto
DELICETO – I delicetani hanno sempre conservato, soprattutto nei secoli passati, una pura e viva fede verso la Chiesa Cattolica. Ne sono esatta testimonianza, tra l’altro, i Vescovi della Diocesi di Bovino che con piacere venivano a soggiornare in mezzo alla nostra gente, come: Angelo Giustiniani, Angelo Ceraso, Antonio Lucci e Giovanni Antonio Galderisi. Quest’ultimo, originario di Monopoli (BA), venne nominato Vescovo il 16 gennaio 1616 nella Cappella Paolina di San Pietro e prese possesso della sua Diocesi il 7 marzo successivo e vi restò fino alla morte, avvenuta il 7 febbraio 1658 a Deliceto.
Monsignor Galderisi fu un ottimo pastore che, durante il suo presulato, si dedicò alle cure del proprio ministero e non abbandonò mai il suo gregge (1). Egli mostrò una particolare benevolenza verso Deliceto, fino al punto di fissarvi la sua dimora per sei mesi all’anno. Per tale scopo il Capitolo della Collegiata mise a disposizione un suo fabbricato adibito a Rettoria, che egli trasformò in un bel fabbricato chiamato dai delicetani “Palazzo di Monsignore”, che donò post mortem con atto notarile dell’11.11.1631 al Capitolo della Collegiata (2). Attualmente il Palazzo è la sede del Comune. Il Vescovo Galderisi tanto amò e predilesse la nostra collegiale chiesa da istituirvi la Cappella della Madonna della Madia, protettrice di Monopoli, sua città natale, e vi pose un grosso dipinto raffigurante una Madonna bizantineggiante del 1280 circa, conservata nella Cattedrale, con dipinta al di sotto una nave con angeli in ricordo del prodigioso approdo della Madonna sulla riva del mare di Monopoli avvenuta nel XIII secolo (3). Attualmente la bella tela è conservata sulla parete destra della Chiesa di Sant’Anna e Morti. Altri segni di benevolenza di questo prelato verso Deliceto sono il trono vescovile della Collegiata, che altre chiese della Diocesi non hanno, ciò fa di essa quasi una concattedrale, diritto che si può acquistare anche col possesso immemorabile dalle chiese che sono prossime nel grado della cattedrale (4). Vi sono, inoltre, due grossi stemmi vescovili in pietra che riportano le insegne del prelato: in alto vi è inciso il cappello vescovile con dei cordoni laterali che circondano una colomba recante un ramoscello d’ulivo in bocca e, sotto, la scritta di GIO.ANT.GALD., attualmente custoditi nel Museo della Confraternita della Chiesa di S. Anna e Morti. Quello più deturpato dalle intemperie doveva sicuramente sormontare l’ingresso del Palazzo Vescovile di Deliceto, l’attuale sede comunale, mentre l’altro, più intatto e meglio conservato, doveva trovarsi nella Collegiata di Deliceto vicino alla Cappella della Madonna della Madia.
Sarebbe auspicabile, come tante volte è stato chiesto dall’Archeoclub “G. Bracca” di Deliceto, che l’Amministrazione Comunale intitolasse, con un cartello turistico o una targa in marmo, la propria sede “Palazzo Galderisi sec. XVII” e che una copia dello stemma vescovile ne sormontasse degnamente il suo ingresso in ricordo e in rispetto di un Vescovo che ha tanto amato il clero ed il popolo di Deliceto.
Paolo Carmine Pacella
Note
(1) Cesare Durante – “I Vescovi di Bovino”;
(2) Amedeo Iossa – “Deliceto – Notizie Storiche” 1972;
(3) Giuseppe Bracca – “Memorie Storiche di Deliceto” 1903;
(4) G. Bracca op. cit.