
Tutto il mare Adriatico, da Monfalcone ad Otranto, per la sua connotazione di mare semichiuso e per i bassi fondali che lo rendono molto simile ad un grande lago, risente già fortemente di molteplici elementi inquinanti: traffico navale, scarichi industriali e civili, residuati bellici, presenza di piattaforme per estrazione di idrocarburi.
Fra l’altro, soprattutto le ricerche e l’attività estrattiva di idrocarburi, oltre al danno diretto all’habitat marino, non sono esenti da gravi rischi per incidenti e mal funzionamento, come dimostrato dagli episodi di danni ambientali, più o meno pubblicizzati, che si ripetono in molti mari e dei quali il più eclatante è stato quello del Golfo del Messico.
Da qualche anno, malgrado sia ben noto che il petrolio estraibile è di scarsa qualità e con una resa modesta, l’Adriatico, ma anche lo Ionio ed il Mediterraneo in genere, in considerazione delle loro caratteristiche geofisiche e morfologiche che rendono meno onorosa l’attività di ricerca ed estrattiva , sono molto gettonati da Società estere che hanno intensificato le richieste di autorizzazione al Ministero dell’Ambiente per eseguire le indagini preliminari all’estrazione di petrolio, soprattutto lungo le coste abruzzesi, pugliesi e della Sicilia in tanti specchi di mare distinti, ma che se sommati coinvolgono una superficie marina di 10.266 kmq di mare già oggetto di 19 permessi di ricerca petrolifera rilasciati , cui si aggiungerebbero 17.644 kmq di di mare oggetto di 41 richieste di ricerca petrolifera in attesa di autorizzazione da parte del Ministero dello Svipuppo Economico.
Lo scorso anno il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera alla Società irlandese Petroceltic per avviare ricerche di idrocarburi ( con la tecnica air gun che consiste nell’esplorazione dei fondali marini mediante degli spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo) in un’area marina che avrebbe espossto a rischio le coste dell’Abruzzo meridionale, l’integrità del Parco Nzionale del Gargano, le coste del Gargano e le Isole Tremiti .
C’è stata una reazione unanime e trasversale di Istituzioni: Regione Puglia in testa, Provincia, Comuni costieri, Parco e Associazioni uniti in manifestazioni pubbliche a Lesina, Termoli, Tremiti e Monopoli ( alle quali ha aderito da subito e partecipato la nostra Delegazione di Foggia ) per riaffermare la volontà comune di veder rispettato non solo il il Mare, ma i modelli di vita e di sviluppo che si stanno seguendo da faticosamente da tempo che puntano sulla qualità dell’ambiente, i beni naturali e il turismo, tutte ricchezze e potenzialità in assoluto contrasto e messe a rischio dall’ “oro nero”.
Ma oltre le manifestazioni si è adito alle anche allevie legali presentando una serie di ricorsi al Tar, ognuno per la propria specificità.
Anche il Fai nazionale ha presentato il suo ricorso, in uno con WWF e Legambiente.
In attesa dell’esito dei ricorsi ( discussi a marzo ed ancora in attesa di sentenza ), molto si è sperato in un cambiamento di rotta sia per le assicurazione e le promesse rricevute, sia per il cambiamento al vertice del Ministero dell’Ambiente.
Ma così non è stato, dopo una serie di segni premonitori contenuti nel recente decreto sciluppo e nelle ripetute dichiarazioni del Ministro dello Svipuppo Economico che ha esaltato le potenzialità di produzione petrolifera dell’Italia per mare e per terra, quasi un piccolo Kuwait, il 7 agosto u.s. il Ministero dell’Ambiente ha rilascito un altro parere favorevole alla Petroceltic per ricerche petrolifere al largo delle coste garganiche, giustificandosi nel recente incontro di Bari, con la legittimità normativa del parere rilasciato, rinviandone la competenza ultima al Ministro Passera. E questo ci preoccupa ancora di più perchè il prossimo piano energetico nazionale, attualmente in rapido esame alla commissione del Senato, recepisce e fa propri le tesi di grande potenzialità del settore petrolifero italiano, per mare e per terra, sostenute dalle imprese industriali del settore.
Ecco, molto in sintesi, i motivi della mobilitazione attuale alla quale ha aderito il Fai Regione Puglia con le Delegazioni territoriali, e alla quale non possono mancare i Soci, gli Amici del Fai e quanti credono che lo sviluppo del nostro Paese dovrebbe passare per il percorso virtuoso dalla cultura, dal paesaggio e dalle ricchezze paesaggistiche, fin qui innegiate a parole, ma largamente bistrattate n
Prego coloro che aderiranno alla manifetsazione di darcene comunicazione !!!!
GRAZIE PER L’ATTENZIONE !
DELEGAZIONE FAI FOGGIA
Per chi voglia approfondire segnaliamo in allegato la bozza del piano energetico e i siti
Marialuisa d’Ippolito
Vice Presidente Fai Regione Puglia
Capo Delegazione di Foggia Cell.335410379
Nico Palatella
Vice Capo Delegazione di Foggia :– Cell. 3462421896
P.za Purgatorio,5 – 71100 Foggia – Tel. 0881778846 –-
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