“MITO E STORIA NELLA CERAMICA APULA…

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COMUNICATO STAMPA

 

“Mito e Storia nella Ceramica Apula. Il Pittore di Dario a Canosa”

(Convegno “Giornate Europee per il Patrimonio 2011”)

L’edizione 2011 delle “Giornate Europee del Patrimonio” (24-25 settembre) ha chiuso un’estate carica di eventi e di attività culturali nella nostra città.

Il principale appuntamento, in questa due giorni d’inizio autunno, è stato la giornata di studi “Mito e Storia nella Ceramica Apula. Il Pittore di Dario a Canosa”, evento che ha avuto luogo sul loggiato di Palazzo Iliceto (sede del Museo Civico Archeologico), sabato 24. Il convegno era promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione Regionale per i Beni Culturali della Puglia – Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia), il Comune di Canosa di Puglia, la Fondazione Archeologica Canosina, la Pro Loco di Canosa e la Società Cooperativa Dromos.it ed infine è stato realizzato con il contributo di “Supermercati 2C”.

In questo appuntamento erano previste le relazioni di tre autorevoli studiose: la Prof. Claude Pouzadoux (Maitre de Conference en Histoire de l’art antique, Universitè de Paris Ouest-Nanterre la Defanse), la Prof. Raffaella Cassano (Università di Bari) e la Dr. Marisa Corrente (Direttore Archeologo presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia). Le tre relatrici presenti hanno offerto al pubblico un’autentica “lectio magistralis”, sul protagonista della serata: il vaso di Dario, imponente testimonianza della Canosa preromana, rinvenuto nel 1851 ed attualmente conservato al Museo archeologico di Napoli.

Il pubblico presente, oltre ad assistere al convegno, ha potuto usufruire della visita del Museo civico, tenuto aperto per l’occasione.

Ha ornato l’evento il dipinto opera dell’artista Vito Lacelli, presentato dal Presidente della Fondazione Sabino Silvestri, in cui è raffigurata un’ipotesi di realizzazione del vaso di Dario in una bottega di quasi 2.500 anni fa.

Gli interventi della giornata di studi sono stati anticipati dai saluti del presidente della Fondazione, Sabino Silvestri (che ha coordinato ed introdotto i discorsi dei partecipanti) dal Sindaco di Canosa Francesco Ventola (che ha parlato dei rapporti attuali tra il Municipio e la Soprintendenza dei Beni archeologici della Puglia) e dal Presidente della Pro Loco Unpli Canosa, Giovanni Pansini (che ha ringraziato i relatori presenti e che ha promesso, insieme alla Fondazione, la realizzazione di una futura mostra personale sui lavori di Vito Lacelli).

La parola è quindi passata alle tre relatrici. Il primo intervento è stato della Professoressa Pouzandoux, studiosa di vasi apuli e della Tomba canosina del vaso di Dario. La studiosa francese ha presentato la figura di Dario, re persiano che fu sconfitto da Alessandro Magno durante le battaglie di espansione dell’Impero macedone nella Persia. L’autore del sontuoso cratere, doveva appartenere alla celebre scuola di Taranto, che in epoca magno-greca fu un autentico faro della pittura vascolare in Puglia e nell’Italia meridionale. La raffigurazione sul vaso racconta di un re che sta per essere sconfitto da Alessandro. Sono presenti scene di battaglia. Tra le figure dipinte c’è Dario, alcuni cortigiani persiani e i rappresentanti delle regioni dell’impero; vi sono anche figure femminili che impersonificano l’Asia e la Grecia.

La Professoressa Raffaella Cassano (Università di Bari) ha invece tracciato un saggio sulla pittura greca e macedone, al fine di individuare eventuali influenze in Magna Grecia, elencando vari esempi di pittura vascolare o parietale in Grecia come nell’antica Puglia: la Tomba di Euridice a Verghina in Macedonia (metà IV sec. a.C.), gli esempi di pittura vascolare della Tracia (fine IV-primi decenni III sec. a.C.) e quelli della tomba del guerriero di Egnatia (III sec. a.C.), i lavori del Pittore di Arpi (ultimo rappresentante degli schemi pittorici e rappresentativi della pittura macedone), o del Pittore di Baltimora.

La Dottoressa Marisa Corrente, col suo intervento intitolato “Il Principe che legge”, ha raccontato la storia della tomba del Vaso di Dario, il cui sito archeologico dovrebbe essere ubicato nelle vicinanze di via Cerignola. Si tratta di una tomba gentilizia; in base ai disegni ottocenteschi dell’archeologo Antonio Bonucci, l’ipogeo doveva essere costituito da due ambienti allestiti da corredo. La studiosa della Soprintendenza ha poi confrontato la tomba in oggetto con l’Ipogeo Varrese di Canosa e con la tomba di Minervino (successiva a quella del vaso di Dario). In chiusura la dottoressa Corrente ha anche parlato delle committenze, che toccavano i centri più importanti, come Arpi (un esempio sono i mosaici a ciottoli del palazzo di Arpi), o Ruvo (la scena vascolare della morte di Ofelite, opera anch’essa del pittore di Dario) ed ha terminato l’intervento puntualizzando che vasi come quello di Dario arrivavano e venivano commissionati perchè dovevano raccontare la storia (da cui, appunto, “Il Principe che legge”, titolo di questa relazione).

Francesco Specchio

Ufficio Stampa F.A.C.

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