“Scusate il disagio”
Ultima fatica editoriale del “nostro” Mimì Ippolito
Pietro Doto
Mimì è un amico, ormai. Anche se le occasioni di sentirsi non sono tantissime; anche se di persona si ha avuto occasione di confrontarsi in rari momenti. È un amico del giornale ELCE, che si fregia della sua collaborazione, perché uno di quelli che sbracciano fra le retrovie, potendosi comunque vantare di realizzazioni importanti che lo proiettano nella schiera degli autori di tutto rispetto, per capirsi, e come testimoniato dai numerosi attestati di stima di nomi dello spettacolo della prima scena italiana. Soprattutto, è un amico personale, che apprezzo per la caparbietà e la passione con cui fa quello che ama fare! È una persona che non teme di mettersi in gioco, così come fa attraverso le pagine di ELCE, con la sua rubrica “ironica”, un genere di spazio difficile da curare, perché difficile è strappare sorrisi attraverso la parola scritta, senza l’aiuto fondamentale della gestualità e delle modulazioni vocali che rendono la comicità di più immediata fruizione. Una persona con la quale si è creata una sorta di empatia a distanza, perché ci unisce la dedizione incondizionata alle nostre passioni, e ancora oggi ringrazio chi mi ha permesso di conoscerlo, perché, prima di me, con la sua proverbiale lungimiranza, aveva capito determinate cose; ma questa è un’altra storia.
Finito l’encomio introduttivo, cerchiamo anche di dargli un senso: oggi, Domenico Ippolito (Mimì per gli amici), ha pubblicato un altro libro, Scusate il disagio, un’opera scritta sotto la supervisione diretta di Beppe Braida, che prende il nome dallo spettacolo che il capocomico ha messo su insieme ai comici del Cab41, locale di cabaret che insieme allo Zelig di Milano vanta una tradizione ventennale di comicità. Dice proprio Braida in apertura: Conosco Domenico da un numero infinito di anni, l’ho incontrato a Zelig nel lontano 2003, quando stavo lavorando a quel famoso “Attentato!” che in seguito mi avrebbe fatto conoscere in tutta Italia, e da allora… purtroppo, non sono mai più riuscito a scrollarmelo di dosso. E per una sorta di fattura o maleficio architettato da qualcuno che mi vuole male (probabilmente sua moglie), me lo sono ritrovato pure in questo spettacolo del quale l’Ippolito è diventato anche l’autore di molti comici. Non capisco per quale motivo quest’uomo continui a tormentarmi, ho provato a corromperlo offrendogli prostitute e denaro, alcool e droga, sigarette e cene ma, nonostante tutto, ottengo da lui l’effetto boomerang: più tento di allontanarlo più ritorna… ma porc… troi…! A questo punto, dal momento che con lui ci devo convivere, non mi resta altro che ringraziarlo per questa sua folle idea di voler fare un libro riguardo questo spettacolo che ho il piacere di condurre […].
E cosa pensa, invece, il “nostro” Mimì? Presto detto: Ho parlato marginalmente anche un po’ di me, artisticamente vanitoso come tutti gli altri, ma anche sicuramente pronto ad imparare dagli altri. Giusto due note per capire come ha fatto, anche il sottoscritto, a diventare uno degli innumerevoli fan di quello che è considerato il fenomeno del momento, e cioè Scusate il disagio, lo spettacolo perennemente “sold out”. Ho collaborato con tantissimi comici, molti dei quali ho visto crescere in trasmissioni come Zelig, Colorado, Central Station, Saturday Night live. Una sera (su segnalazione di mia moglie), sono approdato a Torino, al Cab41, locale di cabaret che insieme allo Zelig di Milano vanta una tradizione ventennale di comicità e risate, per assistere a questo spettacolo condotto da Beppe Braida, di cui ormai da tempo sentivo parlare sia dagli amici che dai comici. Ho trovato stupefacente il fatto che pur non essendo un format televisivo, questo spettacolo vantasse già dei dati da record: 70 settimane di tutto esaurito, liste di attesa per assistere allo show, oltre 10.000 spettatori, gruppi di fan su Facebook, attenzione da parte di radio e tv nazionali con servizi e recensioni. Nel libro vi parlerò di questa esperienza facendovi conoscere meglio i protagonisti di questa avventura che ancora una volta mi fa dire: “Grazie Signore per aver creato i comici!”. Riporto una presentazione dettata personalmente dai comici che il lettore troverà sicuramente originale e divertente, una breve recensione su di essi e, testualmente, una serie di commenti e giudizi raccolti dal sottoscritto in alcune serate alle quali ho partecipato.
Il libro esce per Fratelli Frilli Editori. Per un approfondimento ulteriore e DAVVERO interessante, rimando al pezzo che segue! Memorizzate la copertina (nella foto a lato), cercatelo, leggetelo. È un consiglio. Da amici.
Che auto è?
Vieni con me? Dove? Nell’intervista. In un’intervista? Sì, che bello… non ci sono mai stato. Ma come andiamo? In auto. In auto? Certo… auto-intervista! Vuoi dire… che c’intervistiamo da soli? Sì! Dai, allaccia le cinture e partiamo…
Dopo le prime due curve difficili da affrontare, che sarebbero i primi due libri che sono riuscito a pubblicare, ecco arrivare all’orizzonte il mio terzo libro, curva molto più impegnativa, quasi un tornante di montagna. Dopo aver collaborato con vari laboratori di cabaret per molti anni, quindi con comici che ho visto crescere in trasmissioni come Zelig, Colorado, Central Station, Saturday Night Live, sono rimasto colpito dal gruppo di comici che Beppe Braida ha messo insieme nello spettacolo Scusate il disagio. Ho illustrato la mia idea a Beppe Braida, cioè quella di mettere su carta questo spettacolo e lui, dopo avermi dato del pazzo per almeno due minuti abbondanti, ha capito che facevo sul serio. Pur di non farmi piangere, mi ha dato via libera. Poi lui stesso ha supervisionato il mio lavoro a mano a mano che procedeva, dandomi consigli e sberle comiche (si sa che con un bravo capocomico, bisogna che qualcuno, in questo caso io, faccia da spalla e se le becchi!!!). Guardando il libro adesso, posso dire con orgoglio che tutti, Braida e comici inclusi, mi hanno fatto i complimenti per com’è venuto. Io li faccio alla mia casa editrice, che ha fatto un lavoro eccezionale sia nella grafica che nello sviluppo del libro.
Che fortuna che hai avuto: con Beppe Braida alle tue spalle, sarà stato facile pubblicare questo libro…
Facile? Tu non sai cosa vuol dire stare dietro a 42 cavalli di razza come i comici che Braida ha messo insieme e formato nell’arco di questi due anni: un inferno! Nove mesi di gestazione…
Come per un bambino!
Già. Alla fine però posso dire è nato un bel maschietto (chi dice il contrario, peste lo colga!!!).
E con quel bel maschietto tu ti sei presentato alla prima casa editrice e ti hanno aperto le porte…
Certo: bastava pagare e me lo avrebbero pubblicato!
Ma come, anche con un lavoro così interessante, con un grande comico alle spalle come Beppe Braida, hai avuto difficoltà a pubblicare?
E già. La proposta di alcune case editrici, come la Fantasma Editore, la Vieni-qui-che-ti-sistemiamo-noi eccetera, è: Noi ti pubblichiamo il libro, ma tu lo paghi…
Ma come, non sono loro che pagano l’autore?
Ma dove vivi, amico? Altri addirittura mi hanno proposto di comprare tutti i libri invenduti dopo 18 mesi dalla pubblicazione…
Ma scusa, così anch’io sarei capace di fare l’editore… e il rischio dell’impresa, qual è?
Vedo che hai capito. Infatti, a loro non interessa che libro proponi, tanto il loro rischio è pari a zero. Non vendi… cavoli tuoi: comprati i libri rimasti e stai zitto! Che poi i libri invenduti sono la maggior parte perché tanto il tuo libro non lo distribuiranno mai, e non pagheranno mai per farti pubblicità, che sono le uniche due cose che realmente portano costi e rischi. Ma che cavolo (loro veramente usano altri termini!) pretendi di più?! Con noi diventi uno scrittore, quindi non lamentarti! Avete presente la canzone di Edoardo Bennato in cui il Gatto e la Volpe propongono di cedere loro i diritti per farne un divo da hit parade? Beh, con gli editori è uguale, solo che qui oltre a farti pagare, non faranno nulla neppure per farti conoscere!
Prima di salutare, dall’alto della sola mia esperienza e non velleità, vorrei invitarvi a diffidare di chi vi chiede soldi per pubblicare i vostri sogni! Piuttosto teneteli nel cassetto. Tengo, infine, a precisare che i nomi delle case editrici coinvolte sono diverse per ovvie ragioni (ma io denuncerei la cosa in modo chiaro, se ce ne fosse bisogno), però i fatti e le esperienze sono reali.
Simpaticamente,
Mimì