Era una fredda giornata di vigilia di Natale dell’anno domini 1744, presso il Convento di Maria SS. della Consolazione, un luogo situato su di uno sperone roccioso, circondato da boschi, a circa 600 metri sul livello del mare, distante cinque chilometri dall’abitato di Deliceto, arrivava, con pochi confratelli, Padre Alfonso Maria De Liguori. Ivi, il Dottore della chiesa, si stabilì e vi rimase per tre anni, come Rettore, fondando la terza casa Redentorista, (ordine da lui fondato). La Consolazione, quindi, diventa la casa madre della riforma ecclesiastica attuata da S. Alfonso, che nel Convento di Deliceto visse come innanzi detto, dal 1744 al 1747 insieme al discepolo S. Gerardo Maiella.
Immerso ed ispirato, dalla misticità incontaminata della natura circostante, tra il belare delle transumanti greggi e il suono delle zampogne dei pastori,
compone la pastorale più famosa al mondo “Tu scendi dalle stelle” e “Quanne nascette ninne”.
Non è Natale senza “Tu Scendi dalle Stelle, o Re del Ciel”… ma pochi sanno che quella Grotta in cui Gesù Bambino venne al “freddo e al gelo” fu immaginata tra il fruscio del vento di uno degli angoli più suggestivo del Preappennino Dauno Meridionale: il Convento di M.SS. della Consolazione di Deliceto. Non poteva esserci luogo migliore, lontano dalla vita caotica dei grandi centri urbani, per potersi ispirare.
A tal fine, l’Associazione Pro-Loco in collaborazione con il Comune di Deliceto e altre associazioni locali, per valorizzare la storia di questo importante luogo, organizza a partire dagli inizi degli anni ’80, presso il Convento di Maria SS. della Consolazione, il Presepe Vivente. A tale rappresentazione, in stile settecento napoletano, partecipa tutto il popolo di Deliceto e viene curato ogni minimo particolare. Durante il Presepe Vivente, si aprono le porte della chiesa, con tutte le annesse bellezze, la mistica stanza di S. Alfonso con la scrivania sulla quale vi è la firma originale del Santo, l’umile celletta di San Gerardo con l’Ecce Homo e una parte del Convento, dove sono riproposti i miracoli di San Gerardo e i momenti di vita religiosa dell’epoca. Poi il percorso proseguiva fuori dalle mura del Convento e nei suoi sotterranei dove, nello splendido scenario naturale, venivano rappresentate fedelmente, i momenti di vita civile dell’epoca con fabbri, sellai, fruttivendoli, calzolai, vasai, macellai, soldati, ecc…. L’ultima scena, la natività, veniva realizzata nella mistica grotta naturale del “Beato Felice”, in una rappresentazione semplice ma molto suggestiva che ricordava esattamente la grotta di Betlemme.
Vi aspettiamo domenica cinque e lunedi’ 6 gennaio con lo spettacolare arrivo dei MAGI.
B.B.
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