Santuario di Maria SS. della Consolazione

 

Fondato alla fine del ‘400 dal Beato Felice da Corsano e da alcuni suoi confratelli, nel bosco di Valle in Vincolis a circa 5 km dall’abitato, con il contributo del Marchese Piccolomini, è stato ampliato successivamente dai vari ordini che si sono avvicendati nel tempo. Immerso nella natura, sorge solitario e maestoso, impregnato di storia e avvolto di mistero e spiritualità, “luogo di Santi” che annovera tra tutti: Sant’Alfonso Maria de’Liguori (1744-1747), che qui ha composto la pastorale più famosa al mondo “Tu scendi dalle stelle”; (vedi pubblicazione di Giovanni Bosco Maria Cavalletti: Deliceto come a Betlemme. Edito da Grenzi Editore Foggia 2023) San Gerardo Maiella (1749-1754) che qui ha vissuto 5 dei 6 anni di vita religiosa facendolo diventare “culla del mondo gerardino” e “unico immenso museo gerardino a cielo aperto”. La chiesa risalente al ‘400, è stata ampliata dai redentoristi di S. Alfonso come attesta l’iscrizione “S.M. Consolationis 1755” e custodisce un immenso patrimonio artistico-religioso.

Infatti all’interno si conserva:una suggestiva statua di Sant’Alfonso d’inizio ‘900 dalla fronte corrugata e dagli occhi profondi e indagatori, che fu benedetta da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il 04/05/1983; le tele del “SS. Redentore”, la “Madonna delle Grazie”, “San Michele Arcangelo”, “Santa Maria Maddalena penitente”; due dipinti dell’artista Domenico Caso di Foggia della fine del 1700 rappresentanti S. Alfonso in ginocchio dinanzi al SS. Sacramento e l’altro San Giuseppe col bambino in braccio; due grandi tele ancora dell’artista Domenico Caso di fine ‘700, rappresentanti “L’Ultima Cena” e “La Natività”, di cui l’ultima ispirata alla tela “Adorazione dei Pastori”, dipinta da S. Alfonso alla Consolazione e poi andata smarrita; due statue, di antica scuola napoletana, raffiguranti i Santi Apostoli Pietro e Paolo; le campane suonate da S. Gerardo (sec. XVI). In ultimo la Consolazione custodisce dei tesori inestimabili: il mezzo busto originale in carta pesta “Ecce Homo” modellato a mano da San Gerardo Maiella durante la sua permanenza, da cui i redentoristi hanno ricavato una copia in gesso custodita al Santuario di Materdomini (AV) ove è sepolto il Santo; la suggestiva scultura dell’artista olandese Toon Grassen (il quale ha studiato la Sindone e gli scritti della mistica italiana Maria Valtorta per realizzare l’opera), “Gesù crocifisso” raffigurato qualche istante prima di morire con gli occhi sofferenti, composto da una croce di tre metri con legno originale della Terra Santa, il corpo, è fatto di una gomma speciale che sembra pelle con capelli e unghie veri, attaccati uno per uno; la sacra “Tavola della Madonna della Consolazione” (sec. XV) fatta dipingere dal Beato Felice, che è incastonata al centro di un maestoso tronetto in stucco marmorizzato, sormontato in alto dallo stemma dei P. Redentoristi.

Oltre le opere l’intera struttura è un’opera d’arte che crea attrazione e suggestione. Infatti a destra dell’ingresso si apre l’antica sacrestia dei Padri Redentoristi, trasformata solo di recente (1984) in cappella di San Gerardo per dare al Santo un degno luogo di culto nel posto ove più visse ed operò. Sul pavimento della chiesa si possono osservare due grosse lastre di pietra, ingresso del sepolcro dove si trovano sepolti i resti di circa 40 Redentoristi morti in odore di santità, tra cui P. Antonio Tannoia (1727-1808). In questa “fossa,” vi è una figura mistica oggetto di molto interesse, un teschio che suda… Ritornando in chiesa, si nota a terra una piccola lapide con un’iscrizione latina, altro non è che il sepolcro del benefattore Gian Giacomo Casati, il quale grande amico di S. Alfonso volle lasciare tutti i suoi averi al Convento della Consolazione. Alle spalle dell’altare vi è un incavo dove S. Gerardo si rannicchiava per stare più vicino al SS. Sacramento durante le notti insonne di preghiera. Dalla sagrestia si sale al piano superiore, attraverso una stretta scalinata, e si arriva in un ampio salone barocco, la “Stanza di S. Alfonso”, quella in cui il Santo viveva e dove scrisse la sua “Theologia moralis”.

I luoghi alfonsiano-gerardino sia interni che esterni sono numerosissimi, su tutti però sono da citare la “Grotta del beato Felice”, una grotta naturale santificata dal “Beato” che continuò nel tempo ad essere luogo di preghiera e penitenza soprattutto per S. Alfonso e S. Gerardo. Inoltre di inestimabile valore affettivo e storico è la celletta di S. Gerardo.

Sempre aperto perché gestito dalla Comunità Mariana Oasi della Pace. Per svolgere delle visite guidate contattare l’Ass. Tur. Pro-Loco Deliceto, il Comune di Deliceto o la Comunità Mariana Oasi della Pace.