Piano di Sviluppo Locale – Lucera & Monti Dauni (PSL-LMD) e PNRR
Parte III: Investimenti a sostegno dello sviluppo Locale
Il Piano di Sviluppo Locale – Lucera & Monti Dauni (PSL-LMD) tracciato da LNT è impostato
nella logica di una progettualità organica di sviluppo ecosostenibile, finalizzata ad avviare
l’Agricoltura e il Turismo nella direzione della sostenibilità, della qualità e della competitività.
Il piano mira a perseguire un modello di sviluppo economico locale sostenibile sempre più
attento alla prevenzione degli effetti negativi sull’ambiente e sul territorio e incentrato su:
le fonti rinnovabili,
una politica dei rifiuti virtuosa, quella delle 3R: Riduzione, Riuso e Riciclo, per avviarsi
verso l’economia circolare,
l’agricoltura di qualità e sostenibile,
il turismo paesaggistico, culturale ed enogastronomico,
la tutela delle aree verdi e della biodiversità.
Agricoltura
La qualità della vita nelle aree rurali della Capitanata, ben inferiore alla media nazionale, è
condizionata da una crisi economica persistente, dalla crescita di fenomeni di marginalità, di
disagio sociale e di emigrazione giovanile, e da fenomeni di illegalità e criminalità
organizzata.
Qualsiasi ipotesi di sviluppo del settore Agro-Alimentare in Capitanata non può prescindere,
da una parte, dalla rimozione dei suddetti fenomeni; dall’altra, dalla disponibilità in forma
stabile di acqua per l’irrigazione (paragrafo Infrastrutture idriche), dall’incremento della
capacità innovativa delle imprese agricole che implica l’esistenza di una classe
imprenditoriale dinamica, aperta all’innovazione e alla competizione. Una classe
imprenditoriale da formare e portare alla dirigenza attraverso il ricambio generazionale e la
cooperazione.
Gli interventi mirano a trasformare l’agricoltura modernizzandola e rendendola più
competitiva, più vocata alla qualità e all’internazionalizzazione. Un’agricoltura più attenta alla
sostenibilità con l’introduzione di processi di riduzione della produzione di rifiuti e di
riutilizzo/riuso degli scarti, con la razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche (paragrafo
Infrastrutture idriche-gestione delle risorse idriche).
LE PROPOSTE
Incentivare i processi di aggregazione delle aziende e di ristrutturazione delle
cooperative agricole per porre le basi affinché possano trasformarsi in soggetti economici
più efficienti e competitivi nel contesto economico odierno.
Promuovere la cultura dei consorzi di prodotto incentivandone la creazione e il
radicamento sul territorio, al fine di rafforzare sinergicamente i rapporti tra produzione
primaria e trasformazione.
Incentivare la ricerca e la formazione favorendo la creazione di un Polo AgroAlimentare provinciale in collaborazione con istituzioni internazionali, università, scuole
professionali, associazioni di categoria. Si sottolinea che la ricerca e formazione, andrebbero
comunque ristrutturati:
focalizzando la ricerca e formazione sulle problematiche più attinenti al
mondo produttivo per aumentare decisamente la produzione di innovazioni
direttamente applicabili e utilizzabili dagli imprenditori agricoli,
razionalizzando l’organizzazione e l’operato dei soggetti qualificati pubblici e
privati (enti di ricerca, consulenti e formatori),
superando alcune rigidità di un sistema formativo ancorato a figure spesso
lontane dal mondo produttivo e a metodologie di formazione di tipo tradizionale che
sovente non sono in grado di soddisfare le esigenze degli imprenditori agricoli e degli
operatori economici. Il percorso formativo deve mirare a:
facilitare il trasferimento delle suddette tipologie di innovazioni agli
imprenditori agricoli, e di stimolare l’adozione in azienda,
trasferire agli imprenditori agricoli una maggiore consapevolezza che
l’innovazione e la capacità di rivolgersi ai mercati internazionali, nell’economia
globale, non sono più un’opzione ma una necessità strategica,
contribuire a promuovere la propensione all’associazionismo.
Occorre preparare le condizioni culturali, professionali e tecnologiche affinché gli
imprenditori agricoli possano coltivare prodotti di qualità e all’avanguardia e trasformarli con
le tecnologie alimentari più avanzate, per poterli collocare su nuovi mercati, anche esteri.
Incentivare la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole,
contrastando, da una parte, la elevata frammentazione; dall’altra, favorendone la crescita
della dimensione media (ad oggi ferma ad una media di 4,7 ha.) e il ricambio generazionale
(il livello di senilizzazione degli imprenditori agricoli della Capitanata è molto elevato).
Affinché le aziende agricole possano crescere economicamente, tecnologicamente e in
risorse umane per poter consolidare il miglioramento qualitativo del ciclo produttivo, dalle
coltivazioni fino alla commercializzazione e distribuzione del prodotto finale.
Incentivare la filiera agroalimentare sostenibile con politiche finalizzate ad ottenere
prodotti di qualità, competitivi e a maggiore valore aggiunto attraverso:
metodi di coltivazione innovativi che mettano a frutto concretamente le innovazioni
prodotte dalla ricerca e sperimentazione,
la trasformazione delle produzioni tipiche locali (grano duro, pomodoro, ortaggi,
frutta, vino, olive) con l’adozione di processi innovativi e sostenibili finalizzati ad
ottenere un deciso miglioramento qualitativo dell’offerta,
la creazione di brand (DOP/IGP) per garantire qualità e genuinità,
l’ applicazione della tracciabilità per garantire la sicurezza alimentare,
l’adozione di adeguate strategie di marketing e promozione, indispensabili per il
posizionamento, la vendita e l’accesso dei prodotti stessi a nuovi mercati anche
esteri
il miglioramento della rete distributiva.
Per contribuire allo sviluppo delle aree rurali, con ricadute anche sul turismo
enogastronomico locale, incentivare la crescita di sistemi di filiera corta alimentare a
Km 0 con interventi mirati a :
promuovere forme di cooperazione tra agricoltori per organizzare la propria
offerta produttiva (processi di lavoro comuni, condivisione di impianti e risorse) su
produzioni stagionali di qualità (ortaggi, frutta, conserve, olio, vino, latticini e prodotti
caseari, pasta, carni bovine e suine),
creare e rafforzare piattaforme e servizi logistici quali aree mercatali locali,
vendita diretta in azienda, commercio elettronico, per favorire l’incontro tra
produttore e consumatore,
incentivare la distribuzione a Km 0 dei prodotti stagionali locali in quanto
strategia sostenibile (riduce l’inquinamento da trasporto e la dimensione degli
imballaggi) che permette agli imprenditori agricoli di concentrare la loro offerta sulla
produzione locale e ai consumatori di avere maggiori garanzie su freschezza e
genuinità a prezzi di mercato.
La filiera corta alimentare potenzialmente ha buone prospettive di crescita (purché il
rapporto qualità-prezzo sia riconosciuto e apprezzato dal consumatore) perché incontra
bisogni e tendenze emergenti nei consumatori come la genuinità, la freschezza e la tipicità
del prodotto, la diversità del cibo, il rispetto dell’ambiente e i principi etici di produzione e
distribuzione. Non ultimo la sicurezza alimentare, in quanto il consumatore ha la possibilità
di verificare direttamente la qualità, la provenienza e i metodi con cui sono stati creati e
confezionati i prodotti.
Incentivare l’agricoltura biologica che incontra il bisogno crescente nei consumatori
di un’alimentazione più sana e più rispettosa dell’ambiente.
Promuovere la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità (parchi e riserve
naturali) attraverso la tutela delle aree esistenti e la creazione di nuove nel Sub Appennino
Dauno.
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