Piano di Sviluppo del Territorio di Lucera & Monti Dauni e Recovery Fund Ancora una volta poniamo domande convinti che le domande non siano mai sbagliate (le risposte potrebbero esserlo). Qualcuno dei politici locali o aspiranti tali ha presentato a qualche gruppo parlamentare un piano di sviluppo, con una prospettiva di medio periodo, per il marginalizzato e disagiato comprensorio di Lucera e dei Monti Dauni allo scopo di inserire i suoi moduli nei progetti finanziabili con il recovery fund? Un piano di sviluppo ecosostenibile coerente e credibile, scaturito da incontri e concertazioni tra le varie figure politiche (amministratori locali, consiglieri regionali e parlamentari) e la società civile dei territori coinvolti. E’ stato fatto tutto ciò? In attesa della risposta dei politici, LNT proverà a fornire un suo contributo. Vorremmo collettivamente, insieme con i cittadini, individuare le linee guida del Piano di Sviluppo del Territorio di Lucera & Monti Dauni. Cominciamo a delinearlo per sommi capi: 1. Infrastrutture A) Miglioramento delle infrastrutture di trasporto ferroviario e della rete stradale: ➢ Riproporre il secolare progetto di completamento del tratto ferroviario LuceraCampobasso (circa 70 km) della linea Bari-Roma via Lucera-Campobasso Una infrastruttura costosa, apparentemente inutile, ma oggi necessaria per spezzare l’isolamento del martoriato e disagiato Territorio di Lucera & Monti Dauni e dei suoi cittadini. Un pilastro infrastrutturale fondamentale per porre le basi di un rilancio sociale ed economico di questi territori. Una sfida da cogliere,nel contesto del recovery fund e della sponda istituzionale dell’ attuale presidente del consiglio Giuseppe Conte, molto sensibile a iniziative per lo sviluppo del territorio dauno. Un <> da non perdere questa volta. ➢ Potenziare la viabilità secondaria con San Severo e i comuni del sub appennino, B) Infrastrutture sociali e servizi per la salute: potenziamento dell’ ospedale di Lucera e creazione di presidi periferici nel sub appennino. C) Infrastrutture digitali con copertura anche delle aree rurali. 2. Economia: all’ insegna della svolta ecologica con sostegno all’efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e privata e alla transizione verso un’economia circolare incentrata sulla politica dei rifiuti VIRTUOSA (quella delle 3R: Riduzione, Riuso e Riciclo) e sempre attenta alla prevenzione degli effetti negativi sull’ambiente. ➢ Tutela del Territorio: limitazione degli insediamenti industriali potenzialmente impattanti dal punto di vista ambientale (impianti di smaltimento rifiuti, ..) con rafforzamento del meccanismo dei controlli con la possibilità di essere fatti anche dai comuni coinvolti per renderli più efficaci, riqualificazione delle cave dismesse e degli insediamenti industriali chiusi con soluzioni ecosostenibili (restituzione delle forme naturali delle cave con copertura vegetale, parchi naturali,…), realizzazione di infrastrutture per la mitigazione del rischio sismico e idrogeologico. ➢ Agricoltura: Incentivare i contratti di filiera creare e per rafforzare i rapporti tra produzione primaria e trasformazione e favorire la nascita, la competitività e la sostenibilità di imprese agricole e agro-alimentari di dimensioni medie. Incentivare la realizzazione di forme di filiera corta, di vendita diretta di prodotti agricoli e alimentari. ➢ Artigianato: incentivare le Arti & Mestieri sostenendo percorsi formativi di antichi mestieri oggi richiesti, e la rinascita delle Botteghe Artigianali che a Lucera e nel sub appennino si sono persi o stanno sparendo. ➢ Turismo: agganciarsi al piano di riqualificazione dei centri storici e del patrimonio rurale finalizzato a valorizzare aree, quali la nostra, non ancora sviluppate sotto il profilo turistico ma dotate di un buon potenziale naturalistico, paesaggistico e culturale. Ancora una volta la tutela del territorio è fondamentale per non precludersi la possibiltà di far decollare il turismo. L’ occasione del recovery fund è unica nella storia italiana recente perché può fornire il propellente finanziario necessario per realizzare questa tipologia di progetti di sviluppo . La loro stesura è una sfida impegnativa ma i problemi del nostro territorio sono enormi e radicati: eluderli o sminuirli non serve a niente. Miraggi e illusorie scorciatoie che la classe dirigente meridionalista ci ha propinato in passato si sono rivelati fallimentari: hanno dilapidato risorse pubbliche alimentando l’ assistenzialismo e la corruzione fino a lacerare e degradare un tessuto economico e sociale già fragile. Allo stesso tempo buoni propositi, piani di sviluppo ben congegnati e singoli politici sedicenti messianici non bastano per risolvere problematiche di tale portata se non sono sostenuti dallo sforzo collettivo di una intera comunità che tenacemente giorno dopo giorno, con i propri comportamenti e con il proprio operato, fornisce slancio e linfa vitale al perseguimento di questi obiettivi. << Vorrei che i programmi politici avessero una trama realista e un ordito di utopia. Perchè la politica vera altro non è che la capacità di rendere possibili i sogni. Vorrei che la politica non fosse mai di bassa lega, sorniona, calcolatrice, ma serbasse nel cuore l’ impossibile di un ideale più alto, più esigente, più coinvolgente. Una politica fatta di obiettivi concreti eppure alti rivolti al bene comune>> Mons. Bregantini vescovo di Campobasso (febbraio 2013). Comitato Lucera NON TACE
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