Giovanni Torino: medico delicetano…

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Giovanni Torino: medico delicetano in un’equipe internazionale di professionisti

Realizzato a Roma il primo trapianto di rene con una nuova tecnica all’avanguardia

 

Giugno: nei giorni scorsi sulle prime pagine dei giornali nazionali è uscita la notizia di un importante intervento chirurgico, realizzato all’ospedale Bambin Gesù di Roma e subito sottolineato come “un risultato storico, a dir poco grandioso per i trapianti di rene”. Per la prima volta, infatti, in Italia è stato portato a termine un trapianto pediatrico di rene da donatore vivente con l’utilizzo di una tecnica speciale e all’avanguardia, detta “hand-assisted”, importata direttamente dal Minnesota (U.S.A.). Il caso, nello specifico, ha riguardato una bambina toscana di 11 anni, salvata dal suo angelo, o meglio sarebbe dire “dal suo eroe”: il suo papà. Nell’equipe di specialisti, professionisti che con grande coraggio ma soprattutto con perizia e capacità hanno svolto la delicata operazione, vogliamo sottolineare, con grande orgoglio, il nome del Dottor Giovanni Torino, nostro compaesano, stimato chirurgo che ha coadiuvato il Professor Mikel Prieto (giunto per l’occasione dalla Mayo Clinic di Rochester-USA) nella fase del prelievo d’organo eseguito con la tecnica suddetta, mentre il trapianto del rene sulla piccola paziente è stato condotto dal Dott. Nicola Capozza (Primario dell’Unita’ di Chirurgia del Trapianto di Rene dell’Ospedale Bambin Gesù). Il dottor Torino, raggiunto telefonicamente negli Stati Uniti (dove ora si trova per continuare studi e ricerche), ha così spiegato: «Il prelievo è stato effettuato con una tecnica laparoscopica assistita dalla mano e pertanto detta “hand-assisted”; in pratica si tratta di un intervento laparoroscopico (si eseguono due piccole incisioni di 10 e 5 mm attraverso le quali sono introdotti una telecamera ed un comune strumento laparoscopico) a cui si associa una incisione di soli 7 cm che consente alla mano del chirurgo di entrare nell’addome e di operare. L’intervento chirurgico dura poco ed è meno invasivo; viene compiuto in totale sicurezza, senza dolore postoperatorio e comporta una degenza in ospedale di non più di due giorni. “Tutto questo” speriamo che contribuisca ad incrementare i trapianti da vivente che in Italia sono ancora in un numero davvero ristretto». Dalle parole e dalle spiegazioni del dottor Torino emerge la consapevolezza di quanto sia importante la ricerca e soprattutto l’attuazione di tecniche nuove e all’avanguardia che nei grandi centri ospedalieri del mondo (e degli U.S.A. in particolare) permettono ogni giorno di salvare vite umane e di dare un’opportunità di guarigione a tanti bambini in lista d’attesa (quello della pediatria è, per l’appunto, il campo specifico in cui opera il “nostro” medico). La nostra penisola è, a oggi, secondo le più recenti stime, agli ultimi posti nella graduatoria dei trapianti da donatore vivente e questo è estremamente negativo se si considera che i trapianti di rene da vivente hanno una sopravvivenza, a lungo termine, superiore a quelli da cadavere. Un dato per nulla soddisfacente per chi ha abbracciato e continua a credere in quella che non è una semplice professione, ma una missione di vita!

Teresa Bizzarro

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