RICORDO…DI UNA “CAVALCATA” PARTICOLARE

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Ricordo… di una “cavalcata” particolare

Verso la fine degli anni ‘50 anche a Deliceto il progresso aveva in qualche modo cambiato le vecchie abitudini. Erano comparse le prime auto utilitarie come la Seicento, la Millecento e principalmente il famoso motocarro “Ape”, che avevano sostituito come mezzo di locomozione il tradizionale biroccio, detto sciara’ ball, trainato da veloci e baldanzosi cavalli. Erano questi stessi cavalli che il giorno della festa patronale del 22 settembre prendevano parte alla tradizionale e storica cavalcata per contendersi l’ambito primo premio che riempiva di orgoglio il cavaliere ed anche il proprietario del cavallo.

Purtroppo la mancanza di cavalli presentabili metteva in serio rischio la continuità dello svolgimento della tradizionale cavalcata. Nella edizione dell’anno 1956, infatti, solo tre cavalli erano presenti al raduno di partenza. L’amministrazione comunale dell’epoca, per ovviare alla scarsità di partecipazione dei cavalli, invitò la cittadinanza a prendere parte alla sfilata dell’anno 1957 anche con altri mezzi, come motocarri, trattori, macchine, carretti, ecc… adeguatamente abbelliti con festoni e bandiere. La cittadinanza rispose con entusiasmo all’appello della civica amministrazione per cui nella mattinata di quel lontano 22 settembre io ed un gruppo di amici, giovanotti dell’epoca, assistemmo ad un’incredibile sfilata dei più disparati mezzi, allegramente addobbati e pronti a raggiungere, insieme ad uno sparuto numero di cavalli, il raduno di partenza della cavalcata, fissato tradizionalmente sul piazzale del Santuario dell’Olmitello. Venne spontanea la voglia di partecipare in qualche modo a quella incredibile festa e in un lampo realizzammo che l’unico mezzo di trasporto non presente a quella sfilata era il più antico e tradizionale di essi: l’asinello, il ciuccio.

Non fu difficile ottenere la disponibilità degli asinelli di Cicc’ Chep’ ianch, di Ciav’ lone, di Schicciavorie e di altri volenterosi proprietari, abbellirli, si fa per dire, con coperte, scendiletto, drappi di ogni genere per renderli più presentabili. Non ci fu bisogno di nessuno stilista di moda per inventare la divisa dei cavalieri, pardon, dei conduttori degli asini; decidemmo di indossare tutti un pantalone scuro, una camicia bianca e un papillon formato con nastro nero acquistato alla merceria di Marianicola. Così agghindati ci avviammo anche noi, con i sei asinelli, per raggiungere il raduno di partenza che in verità, a causa della lentezza dei nostri mezzi di locomozione, non raggiungemmo mai perché incontrammo subito dopo il ponte di m’rder la carovana dei partecipanti che in parata si avvicinava al paese. A quel punto ci giocammo l’ultima idea della giornata e ci schierammo in bella mostra con i sei asinelli al bordo della strada. Al Sindaco che precedeva la sfilata non sfuggì la nostra presenza e così ci invitò formalmente a partecipare alla “cavalcata”, assicurando che avrebbero atteso il nostro arrivo alla fontana del paese. In effetti, malgrado il nostro notevole ritardo, fummo attesi e piazzati in testa a tutti, preceduti solo dalla banda musicale. Il corteo attraversò, tra una cornice di folla festosa, Via Fontana, Corso Umberto I, Via Gavitelle per raggiungere Via Bovino ove avvenne la premiazione. La “commissione” formata dal Sindaco Martire Grisorio e dal Veterinario Comunale don Antonio Landi, assegnò al nostro gruppo un premio tanto speciale quanto originale, consistente in una bella coppia di caciocavalli che io indossai gloriosamente come fossero una corona di alloro.

In attesa del ritorno dei cavalli che negli anni successivi si sono moltiplicati rendendo questa manifestazione sempre più apprezzabile, ci piace pensare di aver concorso in quella occasione al mantenimento della storica tradizione della cavalcata. Vorrei dedicare questo ricordo agli amici partecipanti: Nicola Palmieri (N’col’ la Cucchier), D’Emilio Michele (M’chel coppin’), Benvenuto Bonassisi (Bamnut r’ mast’ Tonn), D’Emilio Michele (M’chel r’ S’mon) e particolarmente alla memoria degli amici scomparsi Armando Di Francesco (Armand r’ mast’Tor) e Luigi Botticella (Giggin Botticell).

Francesco Fiordelisi (Francisch Fiordalis)

Nella foto ricordo da sin: Benvenuto Bonassisa, Nicola Palmieri, Francesco Fiordelisi, D’Emilio Michele (accompagnatore), Luigi Botticella, D’Emilio Michele e Armando Di Francesco.

  

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