Sono bastati 90’ al Crotone di Stroppa per comprendere quanto sia insidioso il campionato di B nel quale, al di là dei valori tecnici e della imprescindibilità di possedere un impianto di gioco che dimostri grande solidità, contano grande carica agonistica e concentrazione.
Tutto ciò, almeno per quanto riguarda la partica con il Cittadella, il Crotone non l’ha messo in mostra e la squadra calabra pur dimostrando a tratti, soprattutto nel primo tempo la capacità di proporre buone trame di gioco specie quando quest’ultimo si sviluppa sulle fasce laterali, e di partire spesso con una costruzione corta dal basso, ha mostrato limiti molto evidenti in fase di non possesso e una certa staticità della linea difensiva, troppo spesso presa d’infilata dai trequartisti del Cittadella, soprattutto Schenetti e Finotto. In particolare quest’ultimo che aveva il doppio compito di supportare la prima punta Scappini e di allungare la linea difensiva avversaria agendo spesso tra le linee.
Entrando maggiormente nello specifico, Stroppa ha impostato il suo modello di gioco ricalcando più o meno alla lettera quelli che sono i principi tattici che hanno caratterizzato il gioco del Foggia nella seconda parte dello scorso campionato, probabilmente sottovalutando alcuni aspetti fondamentali. In primis, non considerando nella giusta misura che il sitema di gioco deve essere studiato tenendo conto delle caratteristiche tecniche e tattiche dei calciatori a disposizione.
Esaminando le caratteristiche dei calciatori facenti parte della rosa dei pitagorici, organico che in linea di massima conserva molti dei calciatori della passata stagione quando la squadra giocava con il 4-3-3, risulta piuttosto evidente che si compone di calciatori maggiormente predisposti per un sistema di gioco che preveda la presenza di molti esterni, sia bassi che alti, tipica appunto del 4-3-3 o del 3-4-3. Complicato quindi il lavoro del tecnico di modificare le caratteristiche di gioco di molti degli elementi più rappresentativi della squadra ed adattarli alla sua idea di calcio (1-3-5-2).
A mio parere potrebbe essere proprio questa una delle chiavi di lettura principali per spiegare come Il movimento delle punte studiato da Venturato abbia messo così tante volte in affanno i tre centrali, tutti possenti e forti nei duelli ma in difficoltà in campo aperto, anche perché l’azione d’attacco dell’avversario non veniva adeguatamente filtrata dai centrocampisti.
Con il Cittadella sono stati schierati il serbo/svizzero Golemic (91), senza dubbio il più positivo, che ha giocato centrale, l’esperto Sampirisi (92), terzo di destra e l’ancora acerbo Marchizza che ancora denota i limiti di personalità mostrati lo scarso anno ad Avellino, terzo a sinistra. Contro il Foggia mancherà il primo per squalifica e sono in ballottaggio per la sua sostituzione il finlandese Vaisanen (94), lo scorso anno alla Spal ma quasi mai impiegato e l’argentino Curado (95) , ex Arsenal B. Al momento il parco centrali a disposizione del tecnico non sembra all’altezza di quello degli altri ruoli.
Meglio è la situazione per quanto riguarda i due quinti di centrocampo, Faraoni a destra e Martella a sinistra, danno le più ampie garanzie, senza contare che Stroppa può contare anche su Firenze che “vede” bene come quinto di sinistra e l’ex Grasshoppers, Sampdoria e Frosinone, Pavlovic (88).
Nel ruolo di play Stroppa si è inventato Benali (92), calciatore con caratteristiche prettamente offensive che dimostra ottimo dominio della palla, discreta visione di gioco, ma anche scarsa propensione alla fase difensiva, avendo, tra l’altro, sempre operato come esterno d’attacco o trequartista.
Rodhen (91) è la vera anima del centrocampo Crotonese, corre, marca, si inserisce tra le linee ed è dotato di un ottimo tiro. Certamente uno dei pochi che si sono salvati dal naufragio di Cittadella.
Stesso discorso fatto per Benali andrebbe riportati pari pari per Molina (92). Utilizzato da Stroppa come centrocampista centrale, mostra evidenti limiti in fase di non possesso. Lo stesso Molina era schierato da Novellino lo scorso anno in una sorta di 4-4-1-1 con Di Tacchio e D’Angelo mediani e Badaoui e lo stesso Molina esterni di centrocampo. Molina è bravo quando parte in percussione, bravo anche nel fraseggio, ma meno quando è chiamato a difendere.
Probabilmente si tratta di una scelta obbligata perché Stroppa non ha, al momento, molte alternative essendo l’altro centrocampista di peso, Barberis (93), infortunato.
Anche lo stesso Stojan (91), entrato nel secondo tempo ha caratteristiche tipicamente offensive.
Un attacco formato da Symì 892), Budimir (91) e Nalini (90) a cui va aggiunto il promettente argentino Spinelli (97) dovrebbe far dormire sonni tranquilli a Stroppa. Eppure anche in attacco il Crotone sembra avere più di un problema legato non certo alla qualità dei calciatori, ma nell’individuazione di soluzione tattiche che permettano agli stessi di coesistere.
Nella partita con il Cittadella è stata provata la coppia Symi – Nalini, con il secondo non avvezzo a giocare spalle alla porta, essendo anche lui un calciatore che predilige l’out ed essere lanciato nello spazio.
Lo stesso Symi non ricorda nemmeno lontanamente Mazzeo. E’ un calciatore da area di rigore, forte nell’ingaggiare duelli corpo a corpo con i difensori, potendo contare su una struttura fisica possente che sfiora i due metri, ma poco propenso al dialogo con i compagni di reparto essendo in possesso di un controllo della sfera a volte un po´ approssimativo. Il suo modo di giocare è piuttosto scolastico. In possesso di palla, cerca lo scarico ed attacca lo spazio, il cosiddetto “dai e vai”. Va quindi marcato sull’anticipo, con la postura del copro affiancata a quella dell’attaccante, in modo che gli venga impedito che possa indirizzarsi, palla al piede, verso la porta.
Piero Colangelo
(da CalcioFoggia)
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