LA MIETITURA

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“GIUGNO MIETITORE- LUGLIO TREBBIATORE”…

Così recitava un’ antica filastrocca, per identificare i 12 mesi dell’anno.

La tecnologia è noto, ha unificato il lavoro, riducendone i tempi, come la mietitura e la trebbiatura solitamente svolti in due mesi. Oggi, siamo nel vivo della mietitura e trebbiatura e piace rievocare questi momenti intensi della vita agreste, vissuti con una particolare intensità sino agli anni ’60 quando, la fatica, veniva compensata dalla solidarietà e dalla socializzazione.

Proponiamo, in questo articolo la “Rievocazione della Mietitura”, effettuata nel 2008 dalla Pro Loco Deliceto, sull’aia (e non nelle piazze) di una masseria storica: “La Cavallerizza”, una delle prime iniziative proposte sul territorio provinciale.

Oltre alle immagini, abbiamo selezionato un componimento poetico del compianto delicetano Vincenzo D’Ambrosio, dal titolo L’Aia, una istantanea   dal campo “Scarano”, ( aia comunale, dove si trasportavano le biche per essere poi trebbiate) l’autore scruta con minuziosa attenzione i vari attori.

(La Redazione)

L’aia

Ti copristi in un attimo di biche,mutando in oro il verdeggiante piano,

luminoso Scarano.

Eccoli a l’opra i tuoi superbi figli

Uomini forti e giovanotti imberbi,

fanciulle audaci dal procace seno

e donne anziane dallo sguardo triste,

torsi e volti abbronzati, anime fiere:

chi va, chi viene, chi, a piè fermo, abbica,

chi ventila, chi accumula, chi rulla,

chi un frizzo lancia a la vicina amica,

chi ride o si risente per un nulla.

Le madri, a l’ombra dei covoni, allattano

L’ultimo nato (accanto c’è la culla,

il pentolino, il tripode,

il grezzo “cicene” con l’acqua fresca,

e la “sarcina” colma di provviste);

a rimpiattino giocano i bambini,

alto levando i nuvoloni di mosche

e strilli e polvere e dorata paglia.

Sembra l’amor tra gli uomini tornato,

è felice ogni cuore,

mentre veloce palpita il motore

de la trebbiatrice.

Tutto è ricchezza e forza in questo mese,

in cui il colono finalmente vede

mutarsi in frutto il seme che lanciò

– a piene mani-

ne la rugosa terra.

Domani?

Già l’ombra si profila de l’inverno!

(Vincenzo D’ambrosio)

 

 

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