«Il Nazzaro», più che un semplice bar, una vera istituzione
Ancora in attività l’esercizio commerciale forse più longevo della storia delicetana
Michele Roselli
DELICETO – L’anno prossimo il «Bar Nazzaro» compirà 90 anni; correva, infatti, l’anno 1921, quando Arturo Nazzaro, padre di Pietro, attuale gestore, aprì ufficialmente i battenti nei locali ubicati in Corso Umberto I, al civico 98 (attuale Gioielleria Rea). Come si legge sull’insegna della foto acclusa, quell’esercizio era semplicemente un «Bar – Gelateria – Pasticceria», a conduzione famigliare, ove si vendevano bibite, alcolici, superalcolici, dolciumi e caffè. Inizialmente, Arturo era coadiuvato dalla moglie Rosa Mazza, e solo molti anni dopo si sarebbe avvalso della collaborazione del figlio Pietro (classe 1925) il quale, a soli 13 anni, si portò a Foggia, per fare praticantato, iniziando a lavorare nella “Pasticceria Svizzera”. Cinque anni dopo, giovanissimo, entra nel bar di famiglia, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, e qui vi resterà sino ai giorni nostri. Nel 1957, Pietro assume la titolarità del bar che si caratterizzerà e sarà individuato, d’ora innanzi, come “Bar Nazzaro” o come si usava e si usa dire ancora oggi in dialetto delicetano lu bar r’ Pietr’ r’Artur’. Nel 1960 l’attività cambia allocazione, spostandosi sullo stesso Corso Umberto I, al civico 78, attuale sede.
Ho intervistato Pietro, facendo appello alla sua ancora lucida memoria e, pescando nei suoi ricordi, ci ha riferito che all’inizio della loro attività, negli anni ‘20, oltre al bar del padre Arturo, nel nostro paese vi erano i bar di Raffaele e Tiziano Vicedomini (padre e figlio), il primo allocato in Corso Margherita, attuale Bar Ambrosino, il secondo nei locali dell’attuale Pescheria Marino in via San Rocco. Vi era poi il bar di Strazzella Giuseppe (attuale Bar Centrale in Piazza Europa) cui subentrò, più tardi, il sig. Doto Gerardo, meglio conosciuto come “Mast’ Gerard’ centredd’”, un ex ciabattino. Ricordiamo ancora il bar di Di Taranto Alfredo ed infine quello di D’Emilio Simone. Pietro ci racconta che il papà andava con un carretto a Monteleone, per prendere il ghiaccio ricavato dalle neviere per trasportarlo poi a Deliceto, immerso nella paglia e coperto con un telo. Negli anni ‘30 fu aperta in paese una piccola azienda che produceva il ghiaccio, e tritandolo, con esso si produssero i primi gelati artigianali; ma fu proprio il nostro Pietro che nel 1945, nell’immediato dopoguerra, acquista il primo banco frigo che gli servirà per fare i primi gelati come si vendono oggi in commercio, nonché i primi dolci. Nel marzo del 1970 fu installato nel Bar Nazzaro il primo juke-box. Per far girare un 45 giri in vinile occorrevano 50 lire, per ascoltare tre dischi ne occorrevano invece 100. E’ davvero una grande novità che cambia molte cose nei costumi e nelle abitudini soprattutto dei giovani di allora. Ancora oggi, entrando nel bar, si può scorgere, in un angolo, quel vecchio juke-box ormai muto che andrebbe a mio avviso conservato nel Museo della nostra storia locale che spero qualcuno, un giorno, vorrà realizzare. Chiedo a Pietro cos’è cambiato oggi rispetto a 60-70 anni fa. “E’ cambiato tutto; inizialmente la clientela acquistava piccole cose, il bar era uno dei pochi punti di ritrovo e d’intrattenimento, ove si passava il tempo a giocare a carte, chiacchierando, bevendo una birra o qualche gassosa. Oggi il benessere ha portato altre esigenze, a maggiori consumi ed acquisti. La clientela è cambiata in meglio rispetto al passato, gli orari di apertura sono rimasti sempre gli stessi, anche se prima non c’era il giorno di chiusura settimanale”. Alla domanda se rifarebbe la stessa professione, ci risponde: “Si, perché mi ha dato tante soddisfazioni, inoltre, ha permesso a me e alla mia famiglia di vivere decorosamente”. Nel 2002, Pietro è stato insignito dalla Confcommercio, sezione di Foggia, del riconoscimento di “maestro del Commercio” per gli oltre 50 anni di attività; oggi ha 84 anni e non senza un velo di tristezza mi confida che non vede eredi che possano seguire il suo esempio, portando avanti l’esercizio; quindi, il mitico Bar Nazzaro sarà destinato, suo malgrado, a chiudere i battenti, concludendo la sua lunga e straordinaria storia che io molto umilmente ho voluto e potuto qui, solo in parte, riportare, perché ne resti traccia e testimonianza a futura memoria