Padre Francesco Pennetta: un uomo di fede e di cultura
Paolo Carmine Pacella
DELICETO – Lunedì 26 aprile, all’età di 74 anni ha lasciato questa vita terrena padre Francesco Pennetta, Sacerdote Redentorista. Era un religioso di grande umanità, sempre disponibile verso il prossimo, ma era soprattutto un “uomo di grande cultura”. Dotato di una personalità poliedrica ed eclettica, era un vero appassionato di fotografia, di grafica, di pittura, delle moderne tecnologie ed era anche “un’arguta penna”. Tutte queste sue peculiarità le ha adoperate sia nella sua missione religiosa che per l’Archeoclub “G. Bracca” di Deliceto, associazione per la quale è stato Vicepresidente per oltre vent’anni.
Padre Francesco nasce a Deliceto il 4 agosto 1936 da Luigi e Maria Rocchina Suriano, ove frequenta le scuole elementari. Nel 1948 entra nel Seminario Redentorista di Lettere (NA), compie lo studentato a Colle S. Alfonso di Torre del Greco (NA) e sempre in questa cittadina viene ordinato Sacerdote il 17 marzo 1962. Due giorni dopo celebra la sua prima messa nella Chiesa Madre di Deliceto. I Superiori lo assegnano poi alla comunità di S. Angelo a Cupolo (BN) dove è parroco di Pastene (BN). Su richiesta del clero delicetano e di alcuni devoti cittadini si trasferisce nel suo paese natale e riapre al culto il Convento di S. Maria della Consolazione. Il suo desiderio più grande è quello di far ritornare i Redentoristi a Deliceto e specificatamente nel santuario di S. Maria della Consolazione, terza Casa Storica dell’ordine (1744) e dimora di S. Gerardo Maiella. Non riuscendo a realizzare tale desiderio fa domanda al Vescovo dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino di essere accolto tra il clero diocesano. Tale richiesta viene accolta e dal 1990 è prima Amministratore Parrocchiale a Castelluccio dei Sauri, poi Vice Parroco della Collegiata del SS. Salvatore e, infine, Cappellano delle chiese di S. Antonio da Padova, della SS. Annunziata e di S. Anna e Morti di Deliceto. Alcuni mesi fa aveva fatto richiesta ai suoi superiori di poter rientrare tra i Redentoristi, richiesta che era stata accettata. Per circa 30 anni è stato anche Docente di Religione negli Istituti Scolastici di 1ª e 2ª Grado delle province di Benevento e Foggia.
Padre Francesco per tutti noi delicetani è stato “la memoria storica” dei Redentoristi e della stessa Consolazione. Se in questi ultimi decenni abbiamo conosciuto, apprezzato e valorizzato S. Alfonso, S. Gerardo Majella e i padri Tannoja, Cafaro, Curzio, Petrella, De Meo, Blasucci, De Santis e tanti altri, noi delicetani lo dobbiamo sicuramente a padre Francesco Pennetta. Era capace di indicarci i tanti luoghi gerardini ed alfonsiani presenti sul territorio di Deliceto ed alla Consolazione con una dovizia di particolari e di aneddoti mai conosciuti prima! Questo suo grande zelo ed interesse verso il “mondo redentorista” lo aveva portato ad organizzare il 6 gennaio 1982 la Prima Edizione del Presepe Vivente alla Consolazione, manifestazione che è stata ripresa in seguito dalla Pro Loco. Nel 1994 ha organizzato con il clero locale e le associazioni il 250° Anniversario della venuta di S. Alfonso in Capitanata (1744-1994) e l’arrivo del corpo del Santo a Deliceto e alla Consolazione, così come ha fatto nel 2005 con l’arrivo delle Reliquie di S. Gerardo Majella. Con l’aiuto dell’arciprete don Marco Scarnecchia, dell’Amministrazione Comunale e delle Associazioni, ha organizzato prima un pellegrinaggio a Gubbio (PG), città natale del Beato Benvenuto e poi nel 1997 il 300° Anniversario della Canonizzazione dello stesso Beato con il relativo pellegrinaggio a Corneto (FG), località dove morì il Beato Benvenuto. E’ stato anche promotore con don Marco Scarnecchia e con i fedeli delicetani del Comitato per il Restauro della Chiesa Madre, provvedendo, poi, con i soci dell’Archeoclub, ad inventariare tutti i beni della Collegiata prima dell’inizio dei lavori di restauro. E’ stato autore di parte dei testi e di quasi tutte le fotografie inseriti nella Guida Turistica di Deliceto realizzata ed edita dall’Archeoclub “G. Bracca”. Padre Francesco ci ha lasciato con un grande rammarico: quello di non essere riuscito a far tornare i Redentoristi nel Convento di S. Maria della Consolazione, scopo per il quale 30 anni fa era ritornato a Deliceto ed aveva riaperto al culto il suddetto convento.
Purtroppo, come si suole dire: L’uomo si piange dopo morto. L’auspicato ritorno dei Redentoristi alla Consolazione voluto da Padre Francesco, oltre al coronamento di un proprio desiderio, sarebbe stato sicuramente un grande avvenimento per tutto il popolo delicetano. Chissà se qualcun’ altro potrà riprendere questo progetto.